mercoledì 8 marzo 2017

Informazione o disinformazione?

PRIMO CICLO:
L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea | Il World Wide Web
"Una definzione di Informazione"



3 marzo 2017_Prima Lezione: 
Nel libro “Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura” il professore Antonino Saggio teorizza una definizione di informazione particolarmente interessante e che sicuramente ci pone in un’ottica inusuale rispetto a tale concetto. La presentazione che ce ne ha fatto a lezione segue uno schema ben preciso che porta gli ascoltatori, attraverso una simpatica serie di esperimenti e di discussione, ad entrare in contatto con questo nuovo modo di definire l’informazione.
Il processo passa per una serie di assunti che partendo dal concetto di dato arrivano a definire il concetto di modello, passando per quelli di informazione e informatica. Gli assunti sono così sintetizzati dal professore:
1.          Il dato è il minimo elemento di modifica di una situazione precedente;
2.          I dati sono soggetti a molteplici convenzioni;
3.       Informazione è l’applicazione di una convenzione ad un dato;
4.          In informatica non esistono dati, ma sempre e solo informazioni;
5.          Se in informatica non esistono dati, ma solo informazioni, allora in informatica è tutto informazione.
6.          Il prendere forma dell’informazione dell’informazione si definisce modellazione e si esplica nella creazione di modelli.
Alla luce di quanto detto mi è sorta spontanea la domanda: cosa succede quando si applica una convenzione sbagliata ad un dato?
La rivoluzione dell’informazione ha stravolto le nostre vite rendendo costantemente i dati accessibili a tutti. L’informazione permea ogni aspetto della nostra vita. La possibilità di poter accedere in qualsiasi momento, in qualsiasi posto e con un numero così vasto di mezzi alle informazioni permette a tutti di entrare in contatto con qualsiasi informazione.
Ripensando alla definizione del professore Saggio mi chiedo se sono davvero informazioni quelle con cui veniamo continuamente a contatto ogni giorno. Sono informazioni o una serie di dati a cui applichiamo convenzioni sbagliate, che non padroneggiamo, che non coincidono con le stesse applicate da chi mette in rete il dato e che finiscono per dare vita ad un’informazione distorta? Come si stabilisce la veridicità dell’informazione se ad un determinato dato posso applicare una serie infinita di convenzioni? Come possiamo districarci in questo infinito sistema di convenzioni? Ne abbiamo gli strumenti?
È l’informatica la nostra unica certezza essendo in questa tutto informazione?

Una ricerca di Walter Quattrociocchi, dell'Istituto Imt Alti Studi di Lucca, pubblicata dalla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, ha messo in risalto quanto l’affermarsi dei social media abbia influenzato il modo di informarsi delle persone. Condotta su 376 milioni di utenti Facebook e 900 notizie pubblicate online tra il 2010 e il 2015 ha messo in risalto, come sottolinea Quattrociocchi, che "Se un tempo i giornali offrivano la possibilità di formarsi delle opinioni sulla base della selezione di argomenti di interesse selezionati dalle redazioni, l'offerta di notizie è talmente vasta che ognuno trova in rete quello che vuole e quando l'ha trovato si ferma lì". Quello che evidenzia la ricerca, come altre condotte nel settore, è che  "Si è creata una polarizzazione,che vede contrapporsi gruppi dalle idee molto radicalizzate, non importa più se una notizia sia vera o falsa, quello che conta è che confermi il proprio punto di vista : il vero problema è la polarizzazione ed è questo questo fenomeno a generare le fake news". Questo fenomeno è, inoltre, fortemente influenzato dalla bolla di filtraggio creata dagli algoritmi, che registrano il nostro comportamento online e tendono a proporci contenuti conformi ai nostri gusti.

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